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Nuovo Topic   Rispondi    Indice del forum -> Alessio Boni
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ASCOLTI TV: RAI, QUASI 6MLN PER ''PUCCINI'' SU RAIUNO

(ASCA) - Roma, 2 mar - Ottimo risultato ieri su Raiuno per la prima parte di ''Puccini'', il film interpretato da Alessio Boni, che e' stato il programma piu' visto in prima serata con 5 milioni 916 mila telespettatoi e il 22.69 di share. Nel prime time netta affermazione di Raiuno con 6 milioni 106 mila telespettatori e il 21.30 di share.

Su Raidue un episodio del telefilm ''Numb3Rs'' e' stato seguito da 1 milione 749 mila telespettatori e il 5.88 di share; a seguire il telefilm della serie ''Criminal minds'' ha ottenuto 2 milioni 684 mila telespettatori e il 9.50 di share.

Buon risultato su Raitre per ''Che tempo che fa'', il talk show condotto da Fabio Fazio, che ha totalizzato 4 milioni 149 mila telespettatori pari al 14.33 di share. A seguire ''Presadiretta'' che e' stato visto da 1 milione 928 mila telespettatori e il 7.35 di share.

Rai si e' aggiudicata gli ascolti del prime time con 11 milioni 551 mila telespettatori e il 40.30 di share e quelli delle 24 ore con 5 milioni 27 mila telespettatori e il 40.96 di share.

Bene i programmi pomeridiani targati Rai:''Domenica in- L'Arena'', condotta da Massimo Giletti, ha avuto un'ascolto di 4 milioni 245 mila telespettatori e il 21.41 di share; ''Domenica Insieme'', condotta da Monica Setta, ha ottenuto 3 milioni 430 mila e il 18.84 di share nella prima parte e 2 milioni 390 mila con il 13.51 di share nella seconda; ''Domenica in 30 giorni'' condotta da Pippo Baudo, e' stata seguita da 3 milioni 898 telespettatori e il 19.85 di share.

Nel pomeriggio di Raidue buon risultato per ''Quelli che il calcio'', condotto da Simona Ventura, visto da 2 milioni 795 mila telespettatori e il 15.83 di share.+ Da segnalare anche la pagina sportiva di ieri su Raidue: 1 milione 981 mila telespettatori e l'11.63 per ''Stadio Sprint'', condotto da Enrico Varriale;ottimo risultato per ''Novantesimo minuto'' alle 18.20, condotto da Franco Lauro, che ha registrato ben 3 milioni 368 mila telespettatori e il 18.09 di share mentre ''La domenica sportiva'' condotta da Massimo De Luca, e' stata seguita da 1 milione615 mila telespettatori e l'11.67 di share.

red/sam/ss

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MessaggioInviato: Lun Mar 02, 2009 9:16 pm    Oggetto: Adv






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MessaggioInviato: Lun Mar 02, 2009 11:01 pm    Oggetto:  
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Grazie Caty.

Ottimi ascolti nonostante la poca promozione.

Grande Alessio per le emozioni che ci regala.

;:;:

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MessaggioInviato: Mar Mar 03, 2009 7:15 am    Oggetto:  
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ALESSIO BONI: il coraggio di interpretare GIACOMO PUCCINI


Non è mai facile da parte di un attore interpretare un personaggio realmente esistito: è questo il caso anche della figura complessa e sfaccettata, eppure caratterialmente un po' schematizzata dalla tradizione, del grande musicista Giacomo Puccini (1858-1924)

L'attore Alessio Boni (nella foto) si è cimentato, così, coraggiosamente, nel ruolo del genio lucchese in una miniserie in due puntate (andata in onda con grande successo su Rai Uno giorno 1 e 2 marzo 2009), reduce dal trionfo di “Guerra e pace” prima e dal suo personalissimo successo con il “Caravaggio” poi, sia pure con alcuni critici divisi sulla qualità e sull'integrità della “vera” storia del grande Merisi, ma tutti concordi positivamente riguardo all'interpretazione del protagonista.

Chi scrive ha molto gradito quello sceneggiato proprio per la vera e propria “scoperta” di un attore che si calava nei panni del Caravaggio anima e corpo, senza remore, con un'intensità che da molto tempo non era data vedere sul piccolo schermo. Egli stesso, spesso intervistato proprio in televisione, teneva a sottolineare con quanta umiltà si era accostato ad un genio come il Merisi, studiando e documentandosi, fino ad identificarsi completamente con lui. Ed il risultato si è visto: è stato da brivido.
Si lascino da parte le incongruenze storiche, le vere o presunte tendenze omosessuali del personaggio protagonista, le figure iconiche che servivano più a “far quadrare il racconto” quale filo conduttore: lì il Boni spiccava come un vero, grande talento.

Altrettanto si è sperato, quindi, nell'attendere il suo “Puccini”. Ed il risultato è stato bissato. L'interpretazione di Alessio Boni è da considerarsi ancora eccellente, prestando una particolare attenzione all'aspetto psicologico del maestro lucchese, anche per mano del regista Giorgio Capitani, che ha affermato il mettere in scena la vita di Puccini essere “Un sogno che si realizza.” “Ero incantato dalla sua musica -sottolinea il regista- è quasi incredibile scoprire che un uomo così straordinario fosse anche così insicuro".

Alessio Boni, attore di preparazione seria e partecipe, mai superficiale, ha studiato approfonditamente con il regista la figura del grande musicista. "Puccini non era solo un grande genio – ha spiegato il Boni presentando la fiction- ma un uomo pieno di paure, di ansie ma anche dalla grande forza. Con la personalità voleva toccare il cuore della gente". Boni ha affermato di aver accettato il ruolo per “la forza, per la personalità di Puccini” e per quella “dicotomia” del suo carattere".

Si è detto anche di una gran somiglianza fisica tra il Boni ed il Puccini. Ma, nel caso della figura fisica del Puccini, un precedente illustre non poteva non far capolino alla mente dei telespettatori non più giovanissimi, che serbano in cuore uno straordinario protagonista interpretato splendidamente dal mai dimenticato Alberto Lionello. Lì la somiglianza fisica era davvero impressionante. Nel caso del Boni, sia l'età, che la “stazza” gli erano contrarie. Puccini era assai robusto; l'attore non ha un fisico di complessione pucciniana. Eppure, spesso, è riuscito a rendere le posture più caratteristiche del genio, ma soprattutto è stato capace di assimilare le proprie espressioni a quelle del viso del musicista, note ai più da fotografie e rari filmati, in maniera sorprendente: ecco la maschera del grande attore, dunque, che veniva fuori a tratti, ma indelebile, nella sua concisa e netta espressione, cangiante, mobile, dal riso al pianto, dalla commozione alla gioia. Un Boni che fondeva mirabilmente Puccini con se stesso e che, a tratti, nelle scene drammatiche soprattutto, “mutava”, in una metamorfosi impressionante di profondità espressiva e di immedesimazione assoluta.

"Puccini pensava -ha aggiunto il Capitani- di essere sempre in crisi di ispirazione. La sua ossessione per la morte lo ha sempre accompagnato per tutta la vita, la sua passione per le donne era un tentativo per esorcizzarla". Grazie alla collaborazione di Francesco Scardamaglia, Nicola Lusuardi e Fabio Campus, tutto ciò è stato messo in evidenza dalla sceneggiatura.

Nel ricostruire la vita di Puccini, gli autori hanno scelto di dare molto spazio, nella prima puntata, a quella che definiscono “la sua ricerca d’identità”, mentre nella seconda di dà risalto al grande successo.

“Non ci siamo posti – spiega lo sceneggiatore, Francesco Scardamaglia – il problema di un bilanciamento tra l’artista di successo e il giovane studente del conservatorio, piuttosto abbiamo raccontato un’identità, una scoperta artistica, un tratto di strada di un essere umano verso la sua vocazione”.

Un gran lavoro, senza dubbio...Eppure, ciò che meno ha convinto chi scrive è stata la concisione del racconto, che ha condensato un'esistenza fatta di una vita privata travagliata e ricca di avvenimenti e di una pubblica costellata di trionfi e delusioni in sole due ore di spettacolo.

Impresa non facile, dunque, per i suddetti sceneggiatori, scegliere “i momenti” giusti per “raccontare” Puccini in così poco tempo. Ciò, a parere di chi scrive, ha costretto ad imprimere allo sceneggiato un andamento fin troppo “veloce”, che, probabilmente, ha nuociuto al gradimento degli “intenditori”.

Gli "intenditori": ecco la vera “spina nel fianco” di uno sceneggiato come quello su Puccini: gli intenditori sanno benissimo ciò che è vero e ciò che è romanzato; gli intenditori ascoltano un Puccini che “canta” mentre compone e, sebbene non certo “abilitato” ad avere la voce impostata quale cantante lirico, di Lirica occupandosi, ritengono che, quanto meno, non avrebbe dovuto cantare così, proprio “di gola”, giusto dopo aver parlato di “diaframma” ad un' Elvira in veste canora, alla quale si mostrava impartisse vere e proprie lezioni di canto.

Intenditori troppo esigenti? Forse... Ma accortezze registiche, queste, che sono mancate, purtroppo, all'appello, insieme ad un finale ad effetto riuscito solo a metà, poiché, per dar spazio all'immancabile “Nessun dorma”, universalmente conosciuto, si è fatta “fermare” la rappresentazione della prima di Turandot (perché pronunciata, poi, alla francese, “Turandò”, se la “t” finale è parte di un nome cinese?) da parte di Toscanini che la dirigeva non alla morte di Liù, come fu nella realtà, ma al “Vincerò” di universale notorietà. Quindi, ciò che Puccini non riusciva a trovare, non era il tema di “Nessun dorma”, come mostrato nello sceneggiato, ma il prosieguo dell'opera stessa, consegnata ai posteri, è vero, incompiuta, ma con un primo ed un secondo atto assolutamente completi e geniali, nonché con un'infinità di appunti che hanno dato poi al musicista Franco Alfano la possibilità di “completarla” in maniera dignitosa, così come ancora oggi viene rappresentata.

Unico brivido, in questo finale volutamente non perfettamente filologico, la scelta della voce che interpretava il “Nessun dorma”: non Pavarotti, come ci si sarebbe potuto aspettare, ma Carreras, il grande Josè Carreras dei tempi d'oro. Significativa, come scelta, se rapportata alle vicissitudini gravissime di salute che il grande cantante ha dovuto affrontare ed è riuscito a superare. Il male che ha ucciso Puccini, dunque, non ce l'ha fatta con uno dei più grandi interpreti moderni della sua musica. Ma ciò significa anche che le vite umane, pure quelle dei geni, vanno e vengono, ma i capolavori da loro prodotti e da loro dispensati restano immortali. E nulla è più vero di ciò anche per quanto riguarda l'Arte di Giacomo Puccini.

Una menzione speciale alla musica originale di Don Marco Frisina, che ha dovuto vedersela con una quanto meno terrificante “coordinazione” con quella originale pucciniana; ma ne è uscito a testa alta, con una colonna sonora davvero magnifica.

Intenditori, nel complesso, sufficientemente soddisfatti, allora, e concordi almeno su un punto: ben vengano sceneggiati come questo: è assai probabile che molti telespettatori, soprattutto i più giovani, conoscessero il “Nessun dorma”, ma che non ne conoscessero l'autore, né che il brano appartenesse ad un'Opera, né, tanto meno, quale essa fosse. Adesso sanno e, si spera, difficilmente dimenticheranno.

Dunque, se anche un'imprecisione filologica può trasformarsi in opera di diffusione culturale, in questo caso gli intenditori apprezzano e ringraziano.


Inserita il 03 - 03 - 09
Fonte: Natalia Di Bartolo

http://www.teatro.org/rubriche/prosa/alessio_boni_il_coraggio_di_interpretare_giacomo_puccini_17249

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MessaggioInviato: Mar Mar 03, 2009 6:52 pm    Oggetto:  
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Alessio Boni in scena con “Il dio della carneficina”
È una delle tre commedia che potrebbe vincere il Laurence Olivier Award. Nello spettacolo l’attore di “Puccini” divide la scena con Silvio Orlando, Anna Bonaiuto e Michela Cescon.

(AGM-LSP) Reduce dal buon risultato della miniserie Puccini, Alessio Boni in questi giorni è protagonista anche sul palcoscenico teatrale, nella commedia Il dio della carneficina, di una fra le maggiori commediografe e scrittrici francesi, Yasmina Reza. Con lui sulla scena tre altri grandi attori, come Anna Bonaiuto, Michela Cescon e Silvio Orlando.
La commedia è andata in scena nel 2008 a Parigi con Isabelle Huppert, e a Londra con Ralph Fiennes. Le recite in Germania e Austria le hanno valso l'importante Nestroy Theaterpreis per il miglior spettacolo dell’anno.
A dispetto del titolo, siamo di fronte a una commedia ricca di humour. Véronique e Michel ricevono a casa Annette ed Alain, genitori di Ferdinand, che ha colpito al viso il loro figlio. Le due coppie intendono comporre con correttezza e “civilmente” quanto successo. All’inizio tutti sono benevoli e concilianti. Ma… “Io credo nel dio della carneficina. È l’unico dio che comanda dalla notte dei tempi, e senza riserve”, dice Alain.
La regìa dello spettacolo è firmata da Roberto Andò, le scene, i costumi, le luci sono di Gianni Carluccio, la traduzione di Alessandra Serra. Il dio della carneficina è stato da poco al Teatro Argentina di Roma e al Teatro Parenti di Milano. Il 10 e l’11 marzo, alle 21, sarà al Teatro Salieri di Legnago (in provincia di Verona). È una delle tre commedie che potrebbero vincere il Laurence Olivier Award (l’Oscar del Teatro inglese) il prossimo 8 marzo. Il 22 marzo debutterà anche a Broadway.

Copyright © 2001-2009 AGM-LoSpettacolo

http://teatro.lospettacolo.it/leggi.asp?id=-9223372036854712573

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MessaggioInviato: Mer Mar 04, 2009 7:47 am    Oggetto:  
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http://operachic.typepad.com/opera_chic/2009/03/puccini-tv-series-savaged-by-opera-fan.html
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MessaggioInviato: Mer Mar 04, 2009 8:00 am    Oggetto:  
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Grazie Marina e Beata. [][]
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MessaggioInviato: Mer Mar 04, 2009 8:00 am    Oggetto:  
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RaiUno - Forse lui, il bell'Alessio Boni si salva. Ma la miniserie di cui è stato domenica e lunedì interprete principale, quella proprio pare raccogliere solo stroncature. A cominciare da Aldo Grasso, il critico televisivo per eccellenza. Critiche anche alle musiche, non del compositore di Torre del Lago, ma di un altro. E al gossip. E alla sceneggiatura
"Puccini ai tempi della Fattoria": stroncata la fiction
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Forse lui, il bell'Alessio si salva. Ma la fiction di cui è stato domenica e lunedì interprete principale, quella proprio pare raccogliere solo stroncature. A cominciare da Aldo Grasso, il critico televisivo per eccellenza che chiede a Berlusconi: "Per il bene e la rinascita della fiction italiana, il governo dovrebbe predisporre una moratoria che vieti per un anno almeno tre cose: 1) la biografia di uomini illustri sotto forma di agiografia; 2) l'espediente retorico del flashback che costringe il protagonista, colto in età matura, a ripercorrere la sua infanzia, in genere difficile; 3) l'aria del Nessun dorma dalla Turandot, ridotta ormai, per eccesso di uso, a vero oggetto di chincaglieria musicale, o analogo espediente".
Già perché la miniserie "Puccini", andata in onda su Raiuno, anche con buoni ascolti, in prima serata, soffre dei tre peccati appena denunciati. Se per Grasso "appare molto tradizionale, oleografica, quasi scolastica: mai un'invenzione linguistica, mai un assolo recitativo, mai un momento di commozione", per altri è ancora peggio.
Per esempio è la sorpresa di ascoltare musiche di un altro, nella fiction che voleva celebrare i 150 anni del grande compositore, le musiche sono di un prete, don Marco Frisina, specialista in colonne sonore per serie tv sacre e profane, dal Progetto Bibbia a Tristano e Isotta da Giovanni Paolo II a Callas e Onassis, come spiega Giuseppina Manin sul Corriere della Sera. "Povero Puccini, neanche la musica gli hanno lasciato. Forse Frisina esce dai Raccomandati", sospira feroce Enrico Stinchelli, con Michele Suozzo conduttore su Radiotre de La barcaccia, imprescindibile punto di riferimento per chi ama l'opera. "Volevo vederla ma dopo aver sentito ripetere per l'ennesima volta Turandò, alla francese, ignorando che sia un nome cinese, inventato da Gozzi, beh... ho pensato che era meglio lasciar perdere e ho spento la tv", si arrabbia Fiorenza Cedolins, soprano tante volte impegnata in titoli pucciniani, da Turandot appunto a Bohème, Tosca, Manon Lescaut. Di ignoranza e disprezzo per il pubblico parla Paolo Benvenuti, regista di Puccini e la fanciulla, applaudito alla Mostra di Venezia e al Festival di Rotterdam. "Un filmato sciatto già nei dettagli, nella saracinesca moderna che si vede, nel muro di cemento anni '60, nelle pettinature femminili sbagliate", elenca.
Ma il vero guaio, assicura, è la sceneggiatura (firmata da Francesco Scardamaglia con Nicola Lusardi e Fabio Campus). "Far dire a Boni-Puccini che Elvira è il suo grande amore quando lo sanno anche i sassi che la poverina veniva tradita con tutte...» aggiunge Giovanna Lomazzi, vice presidente Aslico, l'associazione Lirico Concertistica italiana. Scandalizzato anche il regista Filippo Crivelli: "Il rapporto tra Puccini e l'editore Ricordi è ridicolo, e così pure quello con i librettisti Illica e Giacosa, qui mostrati come macchiette mentre erano fior di intellettuali della Scapigliatura".
Eppure, a collaborare alla fiction è stata anche la Fondazione Festival Puccini, che ha prestato anche la sua Orchestra. "A me non sembra poi così male, la fotografia è bella - la difende Massimiliano Simoni, presidente del Festival pucciniano - . Nel complesso il mio giudizio è positivo. Certo la musica di Puccini si sente poco. Prevale il gossip. Un Puccini di oggi. Puccini ai tempi della Fattoria".
Martedi 3 Marzo 2009

http://www.bergamonews.it/cultura_spettacolo/articolo.php?id=7770

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MessaggioInviato: Mer Mar 04, 2009 9:06 am    Oggetto:  
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Esprimo un mio modesto parere verso queste critiche che leggo sulla stampa.
Nessuno di questi critici e melomani hanno vissuto nel periodo in cui viveva Giacomo Puccini,quindi trovo di una esagerazione leggere queste assurde critiche.La biografia è stata letta sia dagli sceneggiatori,dal regista e dagli attori.Lo stesso succese con la fiction di Rino Gaetano.
Qualche critica fu fatta anche sul capolavoro di Caravaggio,ingiustamente.
Secondo me solo la nipote potrebbe esprime un parere contrario verso questa fiction e poi a New York la fiction ha avuto un grande successo non capisco perchè i critici italiani stroncano sempre tutto che è Made in Italy.
Scusate lo sfogo,ma io la penso così.

Comunque a me è piaciuto ed ho letto molti pareri positivi.

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MessaggioInviato: Mer Mar 04, 2009 9:35 am    Oggetto:  
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Marina ha scritto:
Esprimo un mio modesto parere verso queste critiche che leggo sulla stampa.
Nessuno di questi critici e melomani hanno vissuto nel periodo in cui viveva Giacomo Puccini,quindi trovo di una esagerazione leggere queste assurde critiche.La biografia è stata letta sia dagli sceneggiatori,dal regista e dagli attori.Lo stesso succese con la fiction di Rino Gaetano.
Qualche critica fu fatta anche sul capolavoro di Caravaggio,ingiustamente.
Secondo me solo la nipote potrebbe esprime un parere contrario verso questa fiction e poi a New York la fiction ha avuto un grande successo non capisco perchè i critici italiani stroncano sempre tutto che è Made in Italy.
Scusate lo sfogo,ma io la penso così.

Comunque a me è piaciuto ed ho letto molti pareri positivi.


Anche io la penso come te Marina. Mettere in un film la vita di Puccini non è come scrivere una commedia, un soggetto nuovo. E' normale che si possa andare incontro alle critiche. Personalmente il ritmo un po' veloce mi è piaciuto, io credo che la personalità di Puccini non sia stata assolutamente tradita come dice Moscati l'importante è che passi "il messagio giusto" che non tradisca il personaggio e la sua storia. Poi se per trasmettere "il giusto messaggio" non si rispetta scrupolosamente il fatto concreto accaduto o meno in quel modo non è un problema anche perchè ci vorrebbero veramente ben più puntate. Per quello che ho letto se ci fosse un problema sarebbe di scrittura non certo di interpretazione da parte di Alessio.

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MessaggioInviato: Mer Mar 04, 2009 9:43 am    Oggetto:  
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La critica dimentica che si tratta di una finzione, nessuna documentazione. Tutti dal forum tedesco, con i quali ho avuto contatto, amano il film, abbiamo pianto tutti davanti alla TV o PC. Wink

Alessio è magnifico!

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MessaggioInviato: Mer Mar 04, 2009 9:54 am    Oggetto:  
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Beata ha scritto:
La critica dimentica che si tratta di una finzione, nessuna documentazione. Tutti dal forum tedesco, con i quali ho avuto contatto, amano il film, abbiamo pianto tutti davanti alla TV o PC. Wink

Alessio è magnifico!

E' vero Beata riesce sempre a superarsi. Gli ascolti sono andati molto bene; il lunedì poi se consideriamo che di promozione ne è stata fatta veramente poca, è andato meglio delle aspettative; mentre il Grande fratello, oltre ad andare molto forte, ha tante trasmissioni di supporto per es. pomeriggio 5 e varie trasmissioni anche su italia 1 , Puccini non è stato supportato per niente in tv, spot di promo a parte, gli attori non si sono visti per niente nelle varie trasmissioni. Anche se Alessio è in giro per l'Italia in teatro, la Rai poteva invitare gli altri attori in vari programmi e magari mandare in onda un dietro le quinte e un'intervista di Alessio dalla città in cui si trovava.

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MessaggioInviato: Mer Mar 04, 2009 10:14 am    Oggetto:  
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D'accordissima con voi.

Un abbraccio e buona giornata.
Marina

MARILENA ha scritto:
Beata ha scritto:
La critica dimentica che si tratta di una finzione, nessuna documentazione. Tutti dal forum tedesco, con i quali ho avuto contatto, amano il film, abbiamo pianto tutti davanti alla TV o PC. Wink

Alessio è magnifico!

E' vero Beata riesce sempre a superarsi. Gli ascolti sono andati molto bene; il lunedì poi se consideriamo che di promozione ne è stata fatta veramente poca, è andato meglio delle aspettative; mentre il Grande fratello, oltre ad andare molto forte, ha tante trasmissioni di supporto per es. pomeriggio 5 e varie trasmissioni anche su italia 1 , Puccini non è stato supportato per niente in tv, spot di promo a parte, gli attori non si sono visti per niente nelle varie trasmissioni. Anche se Alessio è in giro per l'Italia in teatro, la Rai poteva invitare gli altri attori in vari programmi e magari mandare in onda un dietro le quinte e un'intervista di Alessio dalla città in cui si trovava.

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MessaggioInviato: Mer Mar 04, 2009 2:57 pm    Oggetto:  
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Mi dispiace... non sono daccordo...

come gia' detto il cast è stato perfetto... la storia no...

Puccini è uno dei nostri biglietti da visita nel mondo... la vita andava narrata con un filo logico... comunque credo sia costruttivo leggere opinioni diverse. Very Happy

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MessaggioInviato: Mer Mar 04, 2009 4:39 pm    Oggetto:  
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Io c'ero... Laughing




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Grazie mille Caty.

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ORBETELLO: La fiction della Rai sul grande musicista toscano Giacomo Puccini.
giovanni damiani Mercoledì, 4 Marzo 2009


Circolo Culturale Orbetellano "G. Mariotti"L’1 e il 2 marzo scorsi, è andata in onda sulla prima rete della Rai la fiction dedicata al grande musicista Giacomo Puccini.
Le due puntate sono state girate in Toscana, nei luoghi di Giacomo Puccini, a cominciare da Lucca, dove la sua casa natale è oggi un museo, in cui è conservato il pianoforte su cui ha composto alcune delle sue opere. Poi le riprese si sono spostate a Torre del Lago, dove nel 2008 è stato inaugurato un teatro all’aperto dedicato al Maestro. Infine, le altre parti del racconto della vita di Puccini si svolgevano a Montecatini Terme e in alcuni teatri dove sono state rappresentate le sue opere.
Il film, ha ripercorso le principali tappe della vita del grande musicista toscano, dagli anni del conservatorio, ai primi successi nazionali, all’affermazione mondiale e al riconoscimento del suo grande genio musicale.
Una bella fiction, con un ottimo cast e una buona regia, che è stata presentata in anteprima mondiale il 7 ottobre 2008 a New York in occasione della settimana della fiction italiana della Rai negli Stati Uniti.
Tuttavia, noi maremmani del sud della Toscana, pur riconoscendo valida l’iniziativa della Rai, non possiamo fare a meno di ricordare a coloro che, lodevolmente, hanno deciso di produrre quest’opera, che Giacomo Puccini, dal 1896 al 1924, per oltre un quarto di secolo, ha frequentato assiduamente questa parte della Maremma, Orbetello e Capalbio, ove dalla fine del 1919 agli inizi del 1922, è stato proprietario dell’ antica torre della Tagliata, nel Comune di Orbetello, che dal 1925 si chiama Torre Puccini.
I momenti della vita del Maestro in questa parte della Maremma, non sono affatto trascurabili. Sono descritti in libri, altre testimonianze dell’epoca e le sue permanenze sono ancora ricordate da tanta gente e in lapidi marmoree alla Torre Puccini e a Pescia Fiorentina.
Anche nel corso delle tante manifestazioni del 2008 avvenute in Italia, per ricordare il 150° anniversario della sua nascita, non si capisce per quale motivo, ci si è dimenticati di questo importante periodo della vita del grande Maestro.

http://orbetello.blogolandia.it/2009/03/04/orbetello-la-fiction-della-rai-sul-grande-musicista-toscano-giacomo-puccini/

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MessaggioInviato: Mer Mar 04, 2009 8:20 pm    Oggetto:  
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Io sono d'accordo con Marina perchè mi riesce difficile capire il motivo che porta i critici italiani a "criticare" tutto quello che è fatto in Italia.

A me Puccini è piaciuto tanto anche con le discordanze con la storia reale della sua vita.

Con i critici sono d'accordo sul fatto che non ho ritenuto logico che non abbiano usato solo la sua musica come colonna sonora.

Un saluto a tutte
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MessaggioInviato: Mer Mar 04, 2009 9:19 pm    Oggetto:  
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Ciao Pallino,bentornata!

Un saluto e un abbraccio anche a te.

[][]

Pallino ha scritto:
Io sono d'accordo con Marina perchè mi riesce difficile capire il motivo che porta i critici italiani a "criticare" tutto quello che è fatto in Italia.

A me Puccini è piaciuto tanto anche con le discordanze con la storia reale della sua vita.

Con i critici sono d'accordo sul fatto che non ho ritenuto logico che non abbiano usato solo la sua musica come colonna sonora.

Un saluto a tutte
Pallino

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MessaggioInviato: Gio Mar 05, 2009 6:35 am    Oggetto:  
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ciao a tutte. chissà perchè la critica italiana deve essere così spietata nei confronti di un prodotto qualitativamente e nettamente superiore alla media della "rumenta"che la nostra tv ci propina: sono d'accordo, potrebbero esserci errori ( di fronte ad un personaggio realmente vissuto, poi, figuriamoci!), passaggi "romanzati per esigenze di pubblico" , ma distruggere un prodotto fatto bene, recitato, anche se non da tutti, bene, apprezzato ed acclamato a New york ( ma noi italiani siamo riconosciuti nel mondo per questa ns.peculiarità) mi sembra veramente stupido.
Penso, poi che i critici televisivi siano molto frustrati, dal fatto che non potendo recensire altri prodotti che GF, FATTORIA, ISOLA, Evia discorrendo, trovano il loro personale e sottostimato sfogo solo di fronte a questi prodotti, che nel psnorama medio televisivo dovrebbero invece essere IL FIORE ALL'OCCHIELLO della tv, marcia e volgare che siamo costretti a seguire.
Rispetto ai loro colleghi cinematografici si sentono molto sottovalutati, e allora... cosa fanno? "CRITICANO" l'unico prodooto dove vale la pena, per loro, di SPARLARE!
E' vero, il film poteva presentare qualche pecca, ma andare a cercare il pelo nell'uovo, come acconciature, i costumi, vada per le musiche, il flah.back suvvia la verità é che agli italiani piace vedere volgarità e sesso gratuito infarcito di parolacce e bulli da reality. e allora perché cointinuare a sforzarsi, per attori e produttori, a fare qualcosa di decente? per chi poi?
Patrizia

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MessaggioInviato: Gio Mar 05, 2009 7:52 am    Oggetto:  
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PRIMA PAGINA > Media > Il “Puccini-Boni” convince nella fiction [...]
Articolo tratto dall'edizione n° 43 del 04 Marzo 2009
La miniserie di Giorgio Capitani sul compositore italiano
Il “Puccini-Boni” convince nella fiction Rai

Puccini (di Giorgio Capitani, scritta da Fabio Campus, Nicola Lusuardi e Francesco Scardamaglia), parte con una bellissima sigla di testa, multiforme nello stile come può essere distante una fanciulla del West da una dama giapponese con il pallino del nostalgismo: le immagini sono composte da un collage di locandine di prime pucciniane misti a disegni di costumi e schizzi di scene. Frutto essenziale della lubrificazione della macchina della Toscana Film Commission e di un certo desiderio di mitizzare, di tanto in tanto, anche qualche grande musicista italiano, Puccini è stato girato, come si ama tanto dire nei comunicati stampa, direttamente nei luoghi del Maestro. In questo caso, in gran parte nella provincia di Lucca, senza farsi mancare scene madri al Sagrato di San Michele, al Teatro del Giglio, alle Terme del Tettuccio di Montecatini, nei teatri storici di Livorno e qualche gita nel viterbese e naturalmente a Roma e nella villa di Torre del Lago, che è sede del festival pucciniano dal 1930. Una mini-serie dall’innegabile fascino - perfino Alessio Boni sembra simulare la vecchiaia con meno sforzo di un tempo, e soprattutto non sente il bisogno (o non lo sente la regia, per lui) di fingere male, cosa cui aveva mostrato di tenere moltissimo, anche l’accento regionale della sua parte. Soprattutto le comparse sono molto credibili, a partire da quei primissimi personaggi che incontriamo nelle prime scene di soggiorno a Vienna, e che ci rendono tanto più gradevole l’intromissione dei protagonisti in primo piano. Il corcierge stesso del Grand Hotel Wien in cui si fa risiedere il maestro lucchese, e che gli porge con rassegnazione gli inviti mondani cui, invariabilmente, rinuncerà; ma che gli sospinge con più decisione la lettera del medico che Puccini rifiuterebbe di aprire se non fosse per l’altro. Anche l’armaiolo di lusso presso cui Puccini si intrufola, nello stesso mattino austriaco d’overture, è eccezionalmente superiore alla media dei pezzi da novanta che si situano nel cast della fiction, se per pezzo da novanta si può intendere Franco Castellano, qui nel ruolo di Toscanini. L’armaiolo riferisce al suo famoso cliente della storia di un suicida che si era munito della pistola sbagliata, sopravvivendo; e riesce a far toccare vette alle possibilità dello sguardo di Boni, che già presagisce un suo tentativo, e alla scrittura dei bravi sceneggiatori. Dopo un’inspiegabile momento di debolezza che avviene, ahinoi, al laghetto di Villa Borghese (fra i pochi grossi momenti di difficoltà con le location), e una visita al fisiologo viennese che ne aveva rimproverato la trascuratezza, Puccini ci consegna a uno di quegli immancabili flash-back da due puntate, che tanto devono piacere al nostro pubblico, se sono la base di qualunque biografia sul piccolo schermo. Il Puccini-Boni giovane è molto convincente dal punto di vista drammatico, essendo la chiara scaturigine di un conflitto fra tecnica e sentimento, talmente risolto in favore del secondo che solo un maestro illuminato come Arturo Toscanini lo può vedere di buon occhio, in una delle scene musicalmente più corrette della produzione.

Giovanni De Stefano

http://opinione.sisteco.it/articolo.php?arg=13&art=12796

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