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Caty Moschettiere

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tery Moschettiere

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Bel vedere!
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Caty Moschettiere

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tery ha scritto: | Bel vedere!
un nuovo lavoro? ![]pss[](custom-templates/mastertopforum.net/i4moschettieri/subSilver/images/smiles/]pss[.gif) |
Sì Tery. _________________
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Mille grazie Caty. Non vedo l'ora di vedere "Art" a Milano. _________________
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Caty Moschettiere

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Caty Moschettiere

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Art, storia di un’amicizia figurata
di Emanuela Sabbatini | in: Recensioni
Art
Dove finisce ciò che si crede di essere e dove inizia ciò che gli altri credono che tu sia? Quali sono i confini della coscienza individuale? È dietro questi interrogativi che si sbroglia il discorso teatrale che sottende Art, lavoro sperimentale nato dalla penna della scrittrice Yasmina Reza, messo abilmente in scena da Giampiero Solari, lo scorso fine settimana al Lauro Rossi di Macerata.
Un teatro letteralmente gremito per la prima del 2011, e la grande attesa per il trio d’attori di ampia levatura, Alessandro Haber, Alessio Boni e Gigio Alberti, si percepisce immediatamente tanto dall’affluenza eccezionale quanto dall’esigenza di vestire da sera l’evento.
Ad aprire la scena c’è Marc, il razionalista Gigio Alberti, che racconta di come il suo amico Serge, Alessio Boni, abbia speso una cifra sconsiderata per acquistare un quadro di un pittore post modernista. Ciò che Marc contesta all’amico è di aver acquistato una tela bianca sulla quale sono state tracciate dall’artista righe biancastre e dove dunque manca del tutto una figuratività convenzionale ad un certo tipo di arte più rappresentativa. Un astrattismo che, alla voce narrante, appare come una assenza artistica, uno sberleffo all’arte stessa. L’acquistare un’opera del genere è solo un modo per appartenere ad un elitarismo che ormai abbandona l’approccio critico culturale in favore della ricerca di una originalità forzata e forzosa, una moda contemporanea che stabilisce ciò che è arte avvalendosi solo della legge del nuovo e del sorprendente.
Serge dalla sua, si propone come l’innovatore, colui che apporta un contributo al proprio tempo, come recita egli stesso, colui che si solleva dalla massificazione sociale e insegue un ruolo da moderno mecenate. L’atteggiamento di Marc è dunque solo quello di colui che rimane ancorato a retaggi del passato, che non è di questi tempi. Un uomo chiuso nel proprio guscio, al quale bastano le proprie piccole certezze.
Accanto a queste due figure portanti che si contendono la ragione delle cose e dibattono dell’arte e del piacere quasi fosse una verità assoluta, vi è Yvan, Alessandro Haber, personaggio mediocre e frustrato, prossimo al matrimonio con una donna che subisce, vittima di una madre onnipresente e di un lavoro in una cartoleria che poco lo soddisfa. È l’uomo che un tempo, buffone del trio, faceva da raccordo attraverso l’ironia, la leggerezza, l’originalità, appianava i dissidi, ristabiliva l’armonia. Di quel Yvan non è più rimasto nulla, consumato dal tempo e dalle sofferenze che confessa al suo psicanalista, l’uomo si trova a barcamenarsi tra i due amici cercando una quiete in un rapporto che, tra due istrioni non può che essere conflittuale.
http://www.ilmascalzone.it/2011/01/art- ... -figurata/ _________________
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Caty Moschettiere

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von gaby » Mi 12. Jan 2011, 19:50
La recensione di Francesco Rapaccioni
I dubbi sull'arte e l'amicizia
Un paio di stagioni dopo “Dio della carneficina”, il Lauro Rossi ospita un altro testo di Yasmina Reza, “Art”, commedia in cui tre amici dibattono sull'arte moderna e l'amicizia. Il pretesto per la discussione è l'acquisto, da parte di uno dei tre, di un costoso quadro di un autore contemporaneo ma presto il confronto scivola sui temi dei rapporti interpersonali.
Gigio Alberti è il nevrotico Marc, eternamente fidanzato, che gli amici giudicano altezzoso e arrogante, quando forse è solo un intellettuale alla prese con il disagio della modernità, anzi meglio della contemporaneità, insomma un tradizionalista.
Alessio Boni è Serge, medico divorziato con prole, il compratore del quadro (un acquisto dettato più che da passione o voglia di investimento, dalla ricerca di far parte del mondo del collezionismo, volendo iniziare un percorso di gallerista), uomo con aria di supponenza, magari anche per insicurezza.
Alessandro Haber è Yvan, in procinto di sposarsi, tollerante oltre ogni dire, insoddisfatto del lavoro precario che si trova a svolgere per interessamento di un parente della fidanzata.
Eleganti gli abiti di scena, Marc e Serge in completo giacca-pantaloni (le mani spesso in tasca) di piega perfetta, più stazzonato quello indossato da Yvan.
Funzionale la scena moderna, un interno grigio che le luci colorano in modo deciso sul fondo, virando dal fucsia al verde all'azzurro. La maggior parte delle scene si svolge a casa di Serge, parete di fondo vuota e quadro bianco di Antrios appoggiato a terra; le altre case sono riconoscibili per una veduta di Carcassonne (Marc) e un volto di pagliaccio (Yvan) sembrerebbe dipinto dal padre dello stesso. Le quinte semitrasparenti che scorrono in proscenio consentono ingressi ed uscite e soprattutto di isolare i momenti riflessivi da quelli dialogati.
Il testo è sapientemente costruito in modo da alternare dialoghi, riflessioni personali ad alta voce, dialoghi ipotetici con il pubblico. La discussione tra i tre si incendia con un libello di Seneca, futile motivo da cui scaturisce un confronto serrato ed urlato che coinvolge i lati caratteriali e le manifestazioni della personalità. Però si è ravvisato lo stesso limite del Dio della carneficina, un testo divertente ed ironico che poco scava, preferendo restare in superficie, nel generico. Al centro del dibattito la frase “non bisogna mai lasciare gli amici senza sorveglianza, altrimenti scappano”.
Bravi i tre protagonisti (sorprendente in particolare Alessio Boni). Infatti la regia di Giampiero Solari muove i tre come pedine sulla scacchiera in modo da consentire lo svolgersi dei dialoghi in modo serrato (lo spettacolo è senza intervallo).
Qualche posto vuoto in sala, forse dovuto ai giorni di festa. Pubblico abbastanza divertito, molti applausi alla fine.
Visto il 08.01.11 a macerata (mc) Teatro: lauro rossi _________________
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Soprprendente per lei signor Rapaccioni
noi lo sappiamo da quel po' che Alessio è bravo!
Grazie Beata.  _________________
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Ieri sera abbiamo intervistato i protagonisti dello spettacolo teatrale Art, scritto dalla commediografa e scrittrice francese Yasmina Reza. L’amicizia è il perno su cui ruotano gli intrecci narrativi mascherati metaforicamente in una discussione fra tre amici di vecchia data sulla validità della bellezza di un quadro astratto acquistato da uno dei protagonisti. Un lavoro che diverte ma fa riflettere. Al termine della performance che ha aperto la stagione teatrale dell teatro Manzoni di Andria abbiamo chiacchierato con Alessandro Haber, Alessio Boni e Gigio Alberti.
Il video delle interviste in esclusiva a cura di Bipress.tv
http://www.bipress.tv/approfondimenti/attualita/1686-andria-le-interviste-video-di-alessandro-haber-gigio-alberti-e-alessio-boni
Non trovo questo video!
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Grazie Beata.
Anch'io non lo trovo.
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