cannèl Grande amico del forum

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Il 23 Aprile 1616 moriva William Shakespeare drammaturgo e poeta inglese. È considerato uno dei più importanti drammaturghi di sempre.
Delle sue opere ci sono pervenuti circa 38 testi teatrali, 154 sonetti e una serie di altri poemi. Benché fosse già molto popolare in vita, divenne enormemente famoso dopo la sua morte e i suoi lavori furono esaltati e celebrati da numerosi ed importanti personaggi dei secoli seguenti; è spesso considerato inoltre il poeta rappresentativo del popolo inglese.
Shakespeare in vita non si preoccupò di dare alle stampe le sue opere, che circolavano in copie non autorizzate ricostruite dalla memoria di uno o più attori (i cosiddetti in quarto) e che chiaramente erano piene di errori. Nel 1623 due attori della compagnia di Shakespeare, John Heminges e Henry Condell, curarono un'edizione di trentasei opere dell'amico scomparso, denominata First Folio, che assieme ai precedenti in-quarto ha consentito un lavoro di ricostruzione filologica delle opere di Shakespeare. In quest'edizione comunque i plays non furono né datati né ordinati cronologicamente per cui ancora oggi molti dubbi impediscono una precisa datazione delle diverse opere.
A grandi linee, comunque, le composizioni di Shakespeare possono essere divise in quattro periodi:
· il primo, che va circa dal 1589 al 1595, di sperimentazione, di apprendimento delle tecniche di scrittura teatrale;
· il secondo (dal 1595 al 1600) dominato dalle "histories", dai drammi storici, come l'Enrico V, e dalle grandi commedie, Sogno di una notte di mezza estate, Molto rumore per nulla, Come vi piace, La dodicesima notte, ma che include anche tragedie del calibro di Romeo e Giulietta e Giulio Cesare;
· il terzo periodo è quello delle grandi tragedie, dal 1600 al 1608 circa, Amleto, Otello, Macbeth, Re Lear, Antonio e Cleopatra.
· Infine, l'ultimo periodo, dal 1608-9 al 1612, quello dei cosiddetti romances, da alcuni definite tragicommedie perché caratterizzate da una fuga verso atmosfere fiabesche, romanzesche (basti pensare a La tempesta).
È comunque un compito ingrato cercare di "riordinare" l'opera shakespeariana, caratterizzata com'è da una varietà ed una complessità di storie, personaggi, ambientazioni, temi, generi senza paragoni e che hanno giustamente reso il suo autore il più celebrato genio letterario di tutti i tempi.
Una fatica notevole sarebbe anche rappresentata dall'enumerazione dell'enorme quantità di musica che è stata tratta dai suoi testi. L'opera lirica ha letteralmente saccheggiato i drammi o le commedie scespiriane che, con le loro ricchissime tematiche si prestano particolarmente bene alla rappresentazione in note. Un culto per Shakespeare aveva Wagner (anche se non musicò mai alcun libretto del bardo), ma bisognerebbe almeno citare Verdi ("Otello", "Falstaff" "Macbeth", ecc.), Mendelssohn (che scrisse le fantastiche musiche di scena per "Sogno di una notte di mezza estate"), Caikovskji e, nel Novecento, Prokovief, Bernstein (non dimentichiamo che "West side story" non è altro che una riproposizione di "Romeo e Gulietta") e Britten. Inoltre, la sua straordinaria modernità è testimoniata dalle decine di film ispirati ai suoi drammi.
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