Caty Moschettiere
Sesso:
Registrato: 29/04/07 08:37 Messaggi: 29733
Località: Modena
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nome botanico: Hippophae rhamnoides
famiglia: Elaeagnaceae
breve descrizione: Arbusto di media grandezza, con foglie caduche. Ha crescita abbastanza rapida e può raggiungere i 3-4 metri di altezza. Il fusto è eretto, molto ramificato, i rami sono muniti di lunghe spine. Gli esemplari giovani hanno chioma disordinata, che tende a divenire tondeggiante o ad ombrello con il passare degli anni. Le foglie sono opposte, lineari, lunghe 5-8 cm, di colore verde-grigiastro sulla pagina superiore, più chiare, quasi biancastre, sulla pagina inferiore. Si tratta di arbusti dioici, quindi i fiori maschili e quelli femminili sbocciano su piante separate, ed è quindi necessario avere almeno due esemplari, uno per sesso, di hippophae per ottenere i frutti. I fiori sono giallo-verdastri, poco decorativi, e sbocciano prima che appaiano le foglie, in marzo-aprile. In estate gli esemplari femminili producono i frutti, molto simili ad olive, ma di colore giallo aranciato che si dispongono lungo i rami e sono commestibili, pur avendo un sapore acido, ma si possono utilizzare per produrre sciroppi
durata: Perenne
periodo di fioritura: Primavera
area di origine: Europa, Asia
clima: Temperato
uso: Sono considerati piante da giardino, o da siepe, cioè a scopo ornamentale per il bel colore dei frutti e per formare siepi irte e spinose. Recentemente è stato impiegato in ambienti che non gli sono naturali come il margine delle autostrade. Inoltre, grazie ad un apparato radicale molto sviluppato e alla presenza di batteri azoto-fissatori, viene utilizzato nel consolidamento di scarpate. Sopportano molto bene, infine, anche l'inquinamento e la presenza di sale marino nel terreno e nell'acqua di irrigazione. Da non confondere con qualche salice (Salix eleagnos) a cui mancano le spine
accorgimenti e cure
esposizione e luminosità: Porre a dimora in luogo soleggiato, o comunque molto luminoso
temperatura: Non temono il freddo e sono resistenti alle alte temperature
substrato: Si sviluppano senza problemi in qualsiasi terreno, anche nella comune terra da giardino, purché non sia eccessivamente arida
irrigazione: Gli olivelli spinosi necessitano di annaffiature abbastanza regolari, soprattutto durante i mesi più caldi dell'anno; non sopportano periodi di siccità prolungati
concimazione: Non ha bisogno di concimazioni
propagazione: Avviene per seme, in primavera, oppure per talea, in primavera o a fine estate
potatura: Potare i rami danneggiati o secchi
avversità: In generale non vengono attaccati da parassiti o da malattie. E’ possibile la presenza di insetti, eliminabili con appositi insetticidi
piccoli consigli: Non necessita di particolari cure
curiosità
storia: La particolare denominazione deriva dal suo tronco, che presenta delle spine
medicina: La vera particolarità sono indubbiamente le bacche, che rimangono sui rami per tutto l’inverno e che potrebbero essere assunti come medicina contro i malanni di stagione visto il loro elevato contenuto di Vitamina C, ma anche Vitamina A, E, P e numerose altre del gruppo B se non fossero così acidule. Inoltre possiedono numerosi flavonoidi e diverse sostanze minerali, come ferro, calcio, magnesio e rame. Sicuramente è meglio ingerirle tramite sciroppi o decotti che, pur conservandone le proprietà terapeutiche, ne camuffano in parte lo sgradevole sapore. Basti pensare che un tempo erano utilizzate nelle vigne, per tenere lontani “i morsi degli animali e la mano degli uomini”, come ci racconta la tradizione. E quando il noto illuminista francese Jean Jacques Rousseau, esperto naturalista, scrisse “Sogni di un solitario passeggiatore”, raccontò di aver mangiato delle bacche di olivello spinoso così amare da temere che fossero mortali. Eppure le proprietà di questi frutti sono numerose e davvero sorprendenti. In Europa settentrionale erano note da tempo le virtù terapeutiche delle “olivelle”. Nella seconda metà del Cinquecento un medico tedesco ne prescrisse l’uso contro il mal di mare e i disturbi allo stomaco, perché capaci di togliere la sete e di svolgere un effetto purgante. I Paesi Scandinavi conoscevano ed usavano tali bacche già secoli prima, non solo nella medicina popolare, ma anche in cucina, dove venivano impiegate nella preparazione di marmellate, di composti di frutta secca con miele e di condimenti, conservandole, in quest’ultimo caso, sotto sale o aceto. Nel nostro Paese, invece, perché se ne diffondesse l’utilizzo, si dovette attendere la metà del ‘900; infatti solo dopo la Seconda Guerra Mondiale, con il progredire della ricerca, fu dimostrato il valore dell’olivello come ottimo ricostituente per raffreddamenti e stati influenzali. Anche l’olio che si ricava dalle bacche è altrettanto prezioso per la cura del nostro corpo. Non solo perché, svolgendo un’importante azione cicatrizzante, può essere prescritto come coadiuvante nella cura dell’ulcera gastrica, ma anche perché tale proprietà lo rende un prodotto di bellezza davvero speciale: lo ritroviamo non a caso fra i componenti di molte creme e gel anti-smagliature _________________
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