cannèl Grande amico del forum

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Il 14 aprile del 1912 il Titanic, lussuoso transatlantico britannico, si inabissò nelle gelide acque dell’Oceano Atlantico in seguito all’urto con un iceberg, trascinando con sé negli abissi più di 1500 persone. La nave stava compiendo il suo viaggio inaugurale.
Quando il 10 Aprile 1912, poco dopo mezzogiorno, il transatlantico salpò da Southampton diretto a New York, il ponte superiore era gremito di rappresentanti dell’alta società, miliardari che non potevano certo farsi sfuggire l’occasione di partecipare all’avvenimento "in" della stagione: il viaggio inaugurale. Sotto la linea di galleggiamento i meno abbienti, gli emigranti attratti da una vita migliore oltre oceano.
Il viaggio iniziava sotto i migliori auspici; il capitano John Edward Smith, un nobile ufficiale della White Star Line, dirigeva il Titanic sulla rotta stabilita ad una velocità sostenuta, superiore ai 20 nodi. Anche la fatidica notte del 14 aprile, una domenica, tutto sembrava regolare. Faceva molto freddo ed il mare era liscio come l’olio.
Improvvisamente, dalla sua postazione, l’ufficiale in seconda Frederick Fleet notò la presenza di un gruppo di iceberg, per altro già segnalati numerose volte dalla stazione radio. Il capitano Smith non ritenne necessario ridurre la velocità, limitandosi a ordinare di manovrare con più cautela.
Verso le 23:40 la nave cozzò contro un enorme iceberg, che apri nella fiancata una fenditura di oltre 90 m di lunghezza, squarciando i primi cinque compartimenti stagni. Il Titanic era ormai spacciato. Ciò che accadde nei momenti terribili successivi all’impatto è ormai leggenda: atti di coraggio e di vigliaccheria, il panico del proprietario della White Star Line, J. Bruce Smay, che si assicurò subito un posto sulla scialuppa di salvataggio, il vano S.O.S. della nave, l’orchestrina di bordo che continuò a suonare come ipnotizzata, mentre la nave affondava, il suicidio del capitano Smith. Dei 2300 passeggeri, solo 706 furono tratti in salvo.
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